Автор: Пользователь скрыл имя, 11 Января 2012 в 15:56, курсовая работа
È solamente all'inizio dell'ottocento che alcune località cominciarono a realizzare piccoli stabilimenti balneari: Viareggio, Rimini, Livorno, Alghero, Cagliari. Le prime aree costiere a essere interessate dal turismo balneare furono quelle ligure, il lido di Venezia, infine alcune città sul mare, come Palermo e Napoli, interessate dal turismo internazionale per il patrimonio artistico e le bellezze paesaggistiche. Le caratteristiche del turismo sanremese furono del tutto simili a quelle di Nizza: nacquero vere e proprie colonie straniere con ville, grandi alberghi, impianti sportivi e ricreativi riservati, negozi, banche. Il turismo non rimase un corpo estraneo, le amministrazioni locali diedero un contributo importante per modernizzare la città e adeguarne le infrastrutture al nuovo ruolo di centro turistico internazionale: in tempi rapidissimi venne realizzato l'acquedotto, una nuova rete di fognature, si organizzò la pulitura delle strade. I privati dal canto loro si impegnarono nelle strutture ricettive e ricreative. Sino allo scoppio della prima guerra mondiale lo sviluppo del sanremese continuò senza soste, tanto che i grandi alberghi e le numerosissime ville ospitavano un numero di villeggianti superiore alla popolazione residente. La prima località di villeggiatura a contare su una clientela italiana e a basare il suo sviluppo sulle vacanze estive i mari caldi fu invece Viareggio. Di sviluppo vero e proprio si può parlare soprattutto dall'inaugurazione nel 1861 di un tratto ferroviario, la Viareggio- Pisa; negli ultimi trent'anni dell'ottocento gli stabilimenti balneari si moltiplicarono. Scendendo verso sud lungo la costa tirrenica si incontrava una sola area interessata dal turismo balneare: la costiera sorrentino-amalfitana. Capri e Sorrento si erano già delineati come centri turistici. Capri era un'isola poverissima, dal 1840 la fama dell'isola crebbe rapidamente; lo sviluppo di Capri fu molto simile a quello di tante altre località balneari. Si trasformò in una vera e propria colonia di stranieri.
Per turismo balneare si intende quella vacanza nella quale si staziona in località di mare.
Tra le attività principali, i bagni e l'elioterapia (i bagni di sole).
L'Italia ha 8000 km di coste e quindi numerosissime sono le località dove si svolge il turismo balneare.
Tra i litorali più frequentati il Mar Adriatico, il Mar Tirreno, lo Ionio, il Mar Ligure e il Mar di Sardegna.
Il turismo balneare in Italia
È solamente all'inizio dell'ottocento che alcune località cominciarono a realizzare piccoli stabilimenti balneari: Viareggio, Rimini, Livorno, Alghero, Cagliari. Le prime aree costiere a essere interessate dal turismo balneare furono quelle ligure, il lido di Venezia, infine alcune città sul mare, come Palermo e Napoli, interessate dal turismo internazionale per il patrimonio artistico e le bellezze paesaggistiche. Le caratteristiche del turismo sanremese furono del tutto simili a quelle di Nizza: nacquero vere e proprie colonie straniere con ville, grandi alberghi, impianti sportivi e ricreativi riservati, negozi, banche. Il turismo non rimase un corpo estraneo, le amministrazioni locali diedero un contributo importante per modernizzare la città e adeguarne le infrastrutture al nuovo ruolo di centro turistico internazionale: in tempi rapidissimi venne realizzato l'acquedotto, una nuova rete di fognature, si organizzò la pulitura delle strade. I privati dal canto loro si impegnarono nelle strutture ricettive e ricreative. Sino allo scoppio della prima guerra mondiale lo sviluppo del sanremese continuò senza soste, tanto che i grandi alberghi e le numerosissime ville ospitavano un numero di villeggianti superiore alla popolazione residente. La prima località di villeggiatura a contare su una clientela italiana e a basare il suo sviluppo sulle vacanze estive i mari caldi fu invece Viareggio. Di sviluppo vero e proprio si può parlare soprattutto dall'inaugurazione nel 1861 di un tratto ferroviario, la Viareggio- Pisa; negli ultimi trent'anni dell'ottocento gli stabilimenti balneari si moltiplicarono. Scendendo verso sud lungo la costa tirrenica si incontrava una sola area interessata dal turismo balneare: la costiera sorrentino-amalfitana. Capri e Sorrento si erano già delineati come centri turistici. Capri era un'isola poverissima, dal 1840 la fama dell'isola crebbe rapidamente; lo sviluppo di Capri fu molto simile a quello di tante altre località balneari. Si trasformò in una vera e propria colonia di stranieri.
Negli anni Trenta si consolidano tre diverse caratterizzazioni dell'offerta: la mete del turismo internazionale (la costa ligure, la costa amalfitana, Taormina), le mete del turismo estivo italiano (costa tirrenica e costa adriatica), le località dove si era sviluppato solamente il turismo domenicale dei residenti. La Riviera ligure era particolarmente attenta al turismo inglese anche per quanto riguarda l'organizzazione delle attività sportive e ricreative: il British club con sale per bridge, sale di lettura e saloni per feste, concerti e altro, che era l'abituale ritrovo della colonia inglese. Oltre alla Riviera ligure e quella amalfitana vi erano poi Taormina e il lido di Venezia che attiravano parte dell'alta società internazionale grazia al loro patrimonio artistico: non erano solamente mete di villeggiatura ma anche di viaggi culturali. Il turismo internazionale è negli anni Trenta quello più danaroso. Non a caso i grand hotel più prestigiosi e costosi si trovavano a lido di Venezia, Taormina, Sanremo e Rapallo. È proprio la domanda turistica delle classi medie italiane a caratterizzare lo sviluppo di un secondo gruppo di cittadine balneari. Il sud del paese offriva un panorama molto meno vario, escludendo Taormina e Mondello tutto il resto non presentava alcun insediamento turistico. Diverse località erano frequentate durante la stagione estiva ma solo da residenti della zona, anche perché mancavano del tutto quelle strutture e attrezzature che potevano richiamare clientela da fuori. Lungo l'Adriatico si contavano solamente 5 centri balneari con appena 36 alberghi e pensioni; ancora più desolante era la situazione sulla costa ionica, difficilmente si incontravano località con più di un albergo; il litorale sardo era poi dal punto di vista balneare in gran parte ignorato e non sfruttato.
La forza dell'Italia degli anni 90, fu nella sua capacità di creare prima degli altri un livello minimo di strutture turistiche e di presentarsi sul mercato con un'offerta ricettiva molto diversificata, in grado di soddisfare le tante fasce di reddito. Nuove coste si stavano affacciando sul mercato turistico cercando di occupare il segmento medio basso. La diffusione dell'aereo permetteva di superare gli svantaggi legati alla minore accessibilità di molte località, la nuova mappa dell'Europa costruita con i voli charter vedeva l'Italia non più in una posizione centrale, ma alla stessa distanza delle isole greche o della costa spagnola. A queste cause strutturali si aggiungeva anche una certa insoddisfazione da parte dei turisti stranieri per il livello qualitativo degli alberghi italiani. Negli anni Settanta si verificò un forte rallentamento nella crescita degli arrivi di stranieri tutto il Mediterraneo, di operatori turistici e gli amministratori pubblici avviarono un lungo e laborioso lavoro di ristrutturazione dell'offerta alberghiera. La ristrutturazione non eliminò l'altro elemento di debolezza dell'organizzazione turistica italiana, vale a dire il fatto di basarsi su imprese di piccole e medie dimensioni. Questa caratteristica comportava due svantaggi: una scarsa forza contrattuale a fronte di tour operator sempre più grandi, dall'altro l'impossibilità di sostenere elevate spese per il marketing. Si cercò anche di intensificare l'associazionismo, cioè lo sviluppo di aggregazione volontaria con varie configurazioni e funzioni.
L'Italia è una delle mete turistiche preferite a livello internazionale e la voce turismo costituisce un importante capitolo della bilancia economica nazionale. La penisola italiana possiede sconfinate risorse artistiche, naturalistiche e paesaggistiche. Vanta un notevole sviluppo costiero, valorizzato da una fiorente industria del turismo balneare estivo: principali mete turistiche sono le località romagnole del mare Adriatico, la Sardegna e in generale il Meridione. La regione litorale adriatica è la tipica area mediterranea frequentata da un cospicuo turismo di massa. Si è sviluppata tra le due guerre con un consistente turismo interno e dopo gli anni '50 anche con quello internazionale. L'intera costa costituisce una specie di megalopoli turistica con nuclei molto grandi e ravvicinati nel tratto a turismo maturo. Si possono individuare tre sub-regioni: la romagnola, la marchigiana e l'abruzzese. Il paesaggio della sub-regione romagnola è caratterizzato da un' unica grande area urbana lineare che va da Milano Marittima a Gabicce Mare. I centri presentano un impianto urbanistico assai regolare e ripetuto, spesso monotono, con il quale è stato organizzato lo spazio turistico. Il paesaggio balneare si presenta con un ampio arenile, che nella stagione estiva è denso di bagnanti. A delimitare la fine della spiaggia vi è una grande strada che corre parallela alla costa al di là della quale si allineano alberghi, pensioni condomini. Elemento di pregio di questo paesaggio è l'integrazione economica con l'entroterra agricolo da cui provengono tutti i prodotti necessari all' attività turistica. La capacità ricettiva di questa sub-regione è di quasi 300.000 posti letto, costituita in prevalenza da struttura alberghiera. L'edificazione si è sviluppata in modo rapidissimo dopo il 1960, stabilizzandosi sui valori del 1971 anche nel decennio successivo, con una recessione leggera nel caso di Cervia, Cesenatico, Rimini e Riccione. Le risorse disponibili nella sub-regione sono, oltre a quelle balneari, anche quelle culturali dell' entroterra. Primeggia a questo proposito la visita al piccolo stato di San Marino.
Balneare resorts dell'Italia
Cesenatico è oggi un'importante stazione di villegiatura con quasi 400.000 posti letto grazie anche alla sua tradizione di fiorente porto peschereccio e al suo caratteristico porto-canale.
Rimini senza soluzione di continuità si profila il grande centro, attraverso i siti minori di Torre Pedrera, Viserbella, Viserba ecc. Preesistente al turismo, la città (128 000 abitanti) ha anche una sua fisionomia storica concentrata nell' antico centro, in cui si possono vedere reperti del periodo romano come l' anfiteatro.
Lo sviluppo turistico, di origine remota, inizia con la costruzione del primo stabilimento termale nel 1843, ma il suo vero decollo è successivo all' unità d' Italìa e alla costruzione della prima ferrovia. I facili collegamenti con le grandi città e il promettente sviluppo dell' attività balneare in tutta Europa, fanno nascere anche a Rimini le grandi strutture del Kursaal e dell' Istituto Idroterapeutico che consolidano la sua fama di grande centro turistico. L'edificazione del Grand Hotel nel 1908 sancisce il successo del turismo d' élite che verrà sostituito, tra le due guerre, da un turismo di massa. Dopo gli anni '50, Rimini assunse il ruolo preminente su tutta la costa romagnola grazie all' apertura dell' aereoporto di Miramare e alla costruzione dell' autostrada del Sole. Una sapiente gestione familiare che ha abbinato il turismo alle precedenti attività tradizionali, agricole e pescherecce, ha permesso una politica dei prezzi contenuti che, nell' attirare i turisti, ha integrato le indiscusse risorse naturali.
Riccione, Misano Adriatico e Cattolica estendono la grande città delle vacanze fino ai fini della regione amministrativa con qualche differenza in eleganza a Riccione e a Cattolica, che si prolunga nella marchigiana Gabicce, appoggiata all' omonimo promontorio, sul quale sorgono alcuni dei più rinomati locali di divertimento di tutta la costa.
Costa Smeralda
Una suggestiva insenatura nei pressi di Porto Cervo, il centro principale della Costa Smeralda, nella parte nordorientale della Sardegna. Sorto in tempi recenti come centro dotato di attrezzate strutture ricettive, Porto Cervo è ambita meta di un turismo internazionale ed elitario.
Veduta di Porto Cervo, Sardegna
Porto Cervo è il centro più famoso della Costa Smeralda, un tratto di territorio litoraneo che si estende per 50 chilometri nella Sardegna nordorientale. L'insediamento sorse negli anni Sessanta per iniziativa di un gruppo di imprenditori e finanzieri internazionali, guidati dal principe Karim Aga Khan IV, e divenne in breve tempo uno dei più esclusivi centri di villeggiatura balneare del Mediterraneo. I luoghi di maggiore interesse della cittadina sono il porto, la piazzetta – centro della vita mondana – e la chiesa di Stella Maris.